venerdì 1 maggio 2020

Quantità come categoria: Kant STEP#12

Immanuel Kant
Nell'"Analitica trascendentale" della "Critica della ragion pura" di Kant, viene espresso che "il concetto è la funzione tipica dell'intelletto, ovvero quell'operazione attiva "che ordina diverse rappresentazioni sotto una rappresentazione comune" ("Critica della ragion pura")."
Tali "concetti possono essere empirici, cioè costruiti con materiali ricavati dall'esperienza, o puri, cioè contenuti a priori dell'intelletto."
"I concetti puri si identificano con le categorie, cioè con quei concetti basilari della mente che costituiscono le supreme funzioni unificatrici dell'intelletto." "A differenza delle categorie aristoteliche, che hanno un valore ontologico e gnoseologico al tempo stesso, le categorie kantiane hanno una portata esclusivamente gnoseologico-trascendentale, in quanto rappresentano dei modi di funzionamento dell'intelletto, che non valgono per la cosa in sé, ma soltanto per il fenomeno."
"Poiché pensare è giudicare, ci saranno tante categorie quante sono le modalità di giudizio."
"E poiché la logica generale, secondo Kant, raggruppa i giudizi secondo la quantità, la qualità, la relazione e la modalità, egli fa corrispondere a ogni tipo di giudizio un tipo di categoria."
Tra le categorie kantiane, quindi, si ha la quantità, articolata in unità, pluralità e totalità.


Fonte:
liberamente citato: Libro cartaceo "La ricerca del pensiero" volume 2B Dall'Illuminismo a Hegel, Nicola Abbagnano, Giovanni Fornero, con la collaborazione di Giancarlo Burghi (pagine 180-181 e pagina 190)

Immagine:
https://it.wikipedia.org/wiki/Immanuel_Kant#/media/File:Kant_foto.jpg

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