mercoledì 20 maggio 2020

Una grande quantità di maschere: Luigi Pirandello STEP#16

Luigi Pirandello
Nell'antica Grecia la maschera era utilizzata in ambito teatrale con una duplice funzionalità: nascondere il volto dell'attore, caratterizzando il personaggio, e amplificare la voce, rendendola meglio udibile.
Con Luigi Pirandello la maschera cessa di essere una convenienza teatrale e si trasforma in una vera e propria condizione esistenziale. Quotidianamente si indossano maschere, scegliendole a seconda della specifica circostanza, per nascondere il volto dilaniato contemporaneamente dal riso e dal pianto. La forma, ovvero l'insieme delle convenienze sociali come le regole e le consuetudini, rende l'uomo un attore costretto a recitare un copione e ad indossare una maschera, sopprimendo la creatività e l'originalità. Il contrasto tra autenticità della persona e convenzioni sociali a cui ciascuno deve sottostare conduce ad uno stato di relativismo psicologico e di inconoscibilità personale. Nessuno meglio di Vitangelo Moscarda, protagonista del romanzo di Pirandello "Uno, nessuno, centomila", simboleggia la relatività e la frammentarietà del reale. Egli, dopo un commento della moglie sul suo naso, si scopre differente da come pensava di essere. Successivamente, interpellando i suoi concittadini, gli vengono rivelate le centomila opinioni che si hanno di lui.
Luigi Pirandello, quindi, secondo me, può essere ritenuto un "testimonial" della quantità: la grande quantità di maschere che si decide di indossare e la grande quantità di maschere che dall'esterno vengono attribuite.



Fonte: appunti cartacei del liceo

Immagine:
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Pirandello#/media/File:Luigi_Pirandello_1934b.jpg

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